Documento della Commissione Europa e Africa del Nord

postato in: Europa e Nord Africa | 0

La Commissione Continentale Europa e Africa del Nord si è riunita in presenza a Basilea nei giorni 28-30 ottobre u.s., a oltre due anni di distanza dall’ultima riunione dell’Aja. I lavori si sono aperti con una relazione del Vicesegretario Pino Maggio sul lungo periodo pandemico, ricordando le numerose attività svolte dal CGIE in videoconferenza nel 2020 e nel 2021, si tratta complessivamente di oltre 250 riunioni sui più variegati temi di interesse delle nostre comunità nel mondo. Nella relazione sono stati presentati gli aspetti storici e geografici che hanno mosso la Commissione Continentale a riunirsi a Basilea, cuore palpitante dei tre paesi al centro dell’Europa e riferimento simbolico dell’unità migratoria italiana.

L’argomento principale e di attualità sul quale si è dibattuto a lungo e dettagliatamente ha riguardato gli aspetti procedurali e regolamentari legati alla scadenza elettorale del 3 dicembre p.v. per il rinnovo dei Com.It.Es.. I consiglieri hanno evidenziato moltissimi disagi, disorientamenti organizzativi e problemi amministrativi, in particolare quelli scaturiti da una insufficiente, e in molte aree del mondo assenza di Comunicazione e di informazione, dalle quali ne discende la reale partecipazione attiva e passiva all’imminente appuntamento elettorale. La Commissione continentale ha rilevato come l’esito delle prossime elezioni dei Com.It.Es. nonché l’esercizio e lo stesso diritto al voto siano messi seriamente a rischio, lasciando presagire una forte perdita di credibilità degli organismi intermedi di rappresentanza.

ESERCIZIO E DIRITTO AL VOTO DEI COMITES A RISCHIO
La modulistica per la formazione delle liste elettorali, le procedure amministrative e di controllo delle stesse, il permanere dell’obbligo di iscrizione sul registro degli elettori hanno comportato molte difficoltà e criticità, un’infinità di chiarimenti agli uffici elettorali della  DGIT i cui esiti hanno prodotto l’esclusione dalla competizione elettorale di quasi il 10% delle liste presentate, diversi ricorsi al TAR e, cosa ancora più grave, l’assenza di liste in circoscrizioni elettorali nelle quali esisteva già una rappresentanza del Com.It.Es..

Questi risultati dimostrano come in diverse parti del mondo le nostre comunità, nonostante abbiano i numeri per istituire rappresentanze di primo livello, saranno prive. Servirà porvi rimedio con rappresentanza nominate dai consoli. Nonostante le agevolazioni e la drastica riduzione dei requisiti essenziali per la partecipazione attiva e passiva alle elezioni, bisognerà conoscere le cause, capire il perché la macchina organizzativa non abbia prodotto interesse rigettando questa opportunità. Si è palesata un’avversione galoppante verso le rappresentanze diplomatico-consolari e una misconoscenza del ruolo e dei compiti dei Com.It.Es..

La semplificazione della raccolta delle firme, la riduzione del numero di firme da presentare ha in parte favorito la composizione e la presentazione di liste, il cui numero risulta essere superiore del 55% rispetto alle precedenti elezioni Com.It.Es. del 2015. Queste percentuali possono trarre in inganno in quanto, dalle indiscrezioni di questi ultimi giorni, alla vigilia della chiusura delle iscrizioni sul registro degli elettori nelle varie circoscrizioni elettorali, la percentuale consolidata dei richiedenti è ancora ferma tra l’1 e il 2% degli aventi diritto. Così stante la situazione, si registrerebbe una vera debâcle dell’intera preparazione elettorale, così grave da chiamare in causa e alle dirette responsabilità coloro che, pur conoscendo le difficoltà intrinseche alla situazione contingente, hanno insistito sul mantenimento delle elezioni per il 3 dicembre, creando un danno irreparabile all’immagine e alla credibilità della rappresentanza nella circoscrizione estero. Il riferimento e i confronti numerici col passato sulla percentuale delle liste approvate dai Comitati elettorali Circoscrizionali, senza una conoscenza complessiva e circostanziata dei numeri complessivi sono fuorvianti, vanno interpretati considerando anche che negli ultimi anni il numero dei connazionali registrati all’AIRE ha superato i 6.4 milioni. La partecipazione va letta con le lenti dell’oggi. Per dare credito, forza e un futuro alla rappresentanza degli italiani all’estero serve altro, occorre una riforma legislativa radicale, una diversa applicazione delle regole capaci di distinguere gli obblighi amministrativi, dal ruolo politico della portata elettorale. Serve una separazione dei poteri, che devono essere autonomi e distinti tra chi gestisce e chi decide questi difficili e complessi passaggi elettorali. Quanto si è verificato in queste esercizio elettorale si è rivelato essere una tagliola per delegittimare la rappresentanza, per umiliarla e renderla pavida davanti all’amministrazione del MAECI. Si direbbe che per nascondere le insufficienti risorse finanziarie, gli 8 milioni allocati per la realizzazione delle elezioni, si sia voluto esercitare l’obbligo legislativo pur prevedendo che il risultato avrebbe prodotto un harakiri su ampia scala. Un vulnus che la Commissione continentale chiede di correggere con una politica lungimirante e un’assunzione di responsabilità del Governo e del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, che non possono e non devono derubricare queste pratiche a obblighi procedurali, quando le avvisaglie di una rapida transizione e modernizzazione della cosa pubblica è diventata un must per tutte le amministrazioni e per tutti i governi. L’aver voluto mantenere l’opzione inversa usando gli utensili del passato e non aver investito adeguatamente e per tempo in una adeguata comunicazione e in strumenti tecnologici e sulle best practise comunicative delle comunità all’estero, capaci di raggiungere l’intera platea potenziale dei nostri connazionali, rischia di diventare un boomerang per il MAECI.

RESPONSABILITA’ DI CHI HA VOLUTO IMPORRE LE ELEZIONI
La Commissione Continentale deplora, a questo proposito, la mancata concertazione in tema di comunicazione e sulle scelte del MAECI, nonché la pretestuosa evocazione della presenza del CGIE nella cabina di regia, che nello spirito e nel ruolo di questo strumento non si è mai riunita.

L’organizzazione a tutti i livelli di ogni elezione per la rappresentanza istituzionale spetta allo Stato, che deve garantire la comunicazione e informare i cittadini con tutti i mezzi possibili. La Commissione Continentale ricorda che le campagne elettorali, soprattutto nei momenti di pandemia, vanno alimentate ed estese utilizzando tutti, ma tutti gli strumenti comunicativi. Per l’estero è più difficile ma i connazionali si informano soprattutto tramite i canali radiotelevisivi nazionali; perciò una campagna sulle reti televisive e sui giornali a larga diffusione, ma anche sulla stampa rivolta all’estero, sarebbe stata essenziale. Auspichiamo che ciò avvenga dopo il 3 novembre, per ricordare i termini e i tempi a chi si è iscritto a votare. La Commissione non può che prendere atto dell’effettivo concretizzarsi delle problematicità su cui il CGIE si era espresso per tempo. Chi ha voluto indire queste elezioni, a tutti i costi, deve assumersene le responsabilità. Lo stesso dicasi per la sperimentazione del voto elettronico previsto in 9 circoscrizioni consolari e l’uso del milione di euro. Non ci meraviglieremmo se i costi/benefici risultassero sproporzionati e ingiustificabili.

 

La Commissione continentale ha approfondito e discusso a lungo la preparazione della  45^ Assemblea Plenaria in presenza, che si terrà a Roma dal 13 al 17 dicembre 2021 ed in particolare si è soffermata sull’organizzazione della Conferenza Stato, Regioni, Province Autonome e CGIE. Parte centrale della discussione sono stati i temi previsti nelle tre sessioni della conferenza, che dovranno scandire e programmare le future politiche per gli italiani all’estero nel prossimo triennio: Nuova Emigrazione italiana e mobilitàInternazionalizzazione e Sistema Paese; Diritti e cittadinanza, rappresentanza degli italiani  all’estero. Questi tre macro temi saranno discussi per programmare le future politiche degli italiani all’estero, dalle quali si attendono indicazioni lungimiranti e confacenti ad un mondo in piena trasformazione per aggiornare, semplificare e rendere fruibili i servizi, nei vari ambiti amministrativi, politici, sociali, educativi e culturali. Si tratta di impegni oramai inderogabili che il nostro paese, il governo, le regioni e le istituzioni nazionali italiane devono assumere per una reale integrazione delle nostre comunità nel sistema Italia facendo delle Comunità degli asset collocabili in quella che orientativamente dovrebbe essere considerata la “21 regione d’Italia”. A poche settimane di distanza da questo tanto ambito appuntamento, si è ancora in attesa dell’atto formale di convocazione della Conferenza da parte della Presidenza del Consiglio, senza il quale non è possibile avviare la macchina preparatoria.

IV CONFERENZA STATO-REGIONI-PROVINCE AUTONOME-CGIE
La Commissione Continentale sollecita un rapido intervento della Presidenza del Consiglio atto a convocare formalmente la IV Assemblea Plenaria della Conferenza Permanente Stato-Regioni-Province autonome e CGIE nelle date 15-17 dicembre 2021. Memore delle difficoltà legate agli spostamenti tra continenti e delle restrizioni di carattere sanitario, chiede al Ministero degli Affari Esteri e della Salute di garantire la partecipazione alla Conferenza di tutti i consiglieri del CGIE, in particolare di coloro residenti in altri continenti, e di assicurare loro la copertura integrale delle spese. Questa conferenza non si riunisce da dodici anni, mentre le scadenze sono triennali. Le aspettative sono altissime perché si svolgerà in un periodo colmo di contraddizioni e di grandi opportunità, che il CGIE desidera mettere a frutto per inserire nel discorso pubblico italiano gli elementi caratterizzanti delle nostre Comunità all’estero, capaci di fare la differenza e di prestare sostegno alle politiche di internazionalizzazione del sistema Italia.

Le conseguenze della Brexit sulle condizioni dei connazionali residenti nel Regno Unito evidenziano disagi in ambito sociale e in parte circoscritti alla presenza dei nuovi italiani residenti in quel paese; di conseguenza con l’assunzione di un folto numero di contrattisti si è provveduto a strutturare l’erogazione generalizzata dei servizi consolari, in particolare l’aggiornamento dei documenti d’identità, fondamentali per formalizzare la loro condizione di residenza permanente del Regno Unito, indispensabile al riconoscimento dei permessi di soggiorno. La transizione amministrativa dal regime comunitario all’applicazione dei regolamenti nazionali richiedono un’attenzione particolare sulla stipula dei nuovi trattati bilaterali tra il Regno Unito e l’Unione europea e quelli tra Italia e Gran Bretagna affinché non ci siano arretramenti sui diritti sociali e quelli del lavoro.

La Commissione continentale ha trattato anche i diversi ambiti in cui si estrinseca la promozione integrata della lingua e della cultura italiane. La discussione si è concentrata sulle problematiche determinate in tutto il mondo e in Europa in particolare dall’entrata in vigore del nuovo regolamento contenuto nella Circolare n. 3/2020. Nell’analisi è emersa la paralisi in cui è venuto a trovarsi l’intero sistema della promozione integrata ad un anno di distanza dall’applicazione delle nuove norme, risultate improponibili, inapplicabili in ambito educativo e scolastico in diverse realtà e sistemi scolastici, rigide e prive dello spirito educativo e formativo che caratterizzano l’italianità. Si è costatato che i limiti della nuova normativa si discostano dallo spirito che ha ispirato la legge 107 sulla “Buona scuola” per addivenire all’estero ad una vera e propria attività meramente progettuale tendente alla mercificazione della cultura, del sapere e della formazione. La scuola è il mondo nel quale si formano e crescono i nostri figli, si costruiscono i futuri cittadini e non può ridursi ad un progetto da presentare di anno in anno. Le migliaia di giovani famiglie italiane, che negli ultimi tre lustri si sono trasferite all’estero, richiedono anche per i loro figli, a ragione, una istruzione educativa che solo una scuola e una formazione continua garantita dagli enti gestori/promotori può garantire attraverso i propri soggetti rappresentativi.

SCUOLA E FORMAZIONE PENALIZZATE DAI RITARDI
Da tempo il sistema della formazione italiana del mondo risulta penalizzato dai ritardi, dalle contraddizioni e dalle lacune create dal nuovo sistema operativo prodotto dalla circolare 3/2020. Nonostante la buona volontà di adeguamento degli enti gestori alla nuova normativa persistono annosi e gravi ritardi nelle nomine del personale docente MAECI sia nelle scuole pubbliche, sia in quelle paritarie, in quelle a gestione mista. Nei corsi di lingua e cultura la penuria di insegnanti di ruolo, i ritardi delle nomine e i ritardi degli accrediti di risorse finanziarie stanno determinando la sospensione temporanea e anche definitiva delle attività di insegnamento e l’allontanamento degli studenti dai corsi. La Commissione continentale chiede di riformare al più presto alcuni aspetti della Circolare 3/2020 stridenti con gli ordinamenti scolastici locali, richiamando lo spirito ispiratore della promozione integrata della lingua e della cultura italiane che devono mirare all’educazione e non alla mercificazione dell’insegnamento, perché da una parte ci sono i figli dei nostri connazionali, i cui diritti sono sanciti nella Costituzione,  dall’altra i tanti alunni e studenti stranieri che si illuminano di italianità e desiderano condividere o acquisire nozioni ed educazione, che solo la nostra cultura, la nostra arte e l’interpretazione originale e unica della nostre comunità nel mondo riescono a esprimere e trasmettere tutt’oggi. Quest’Italia nel mondo è una realtà da valorizzare e non da imbrigliare.

La Commissione Continentale Europa e Nord Africa sollecita un intervento immediato della DGSP affinché si proceda con urgenza:

  • all’approvazione dei progetti volti all’insegnamento dell’Italiano;
  • all’erogazione dei contributi per l’intero anno scolastico 2021/22;
  • all’assicurare la copertura di tutte le cattedre MAECI scoperte.

Ci sono obblighi temporali e contrattuali con scuole, insegnanti, famiglie, alunni che vanno curati e rispettati senza i quali il sistema rischia di implodere. Saltando questi meccanismi su quali si fonda la nostra diplomazia culturale non avrebbe nessun senso promuovere i tanti eventi programmati annualmente dalla Farnesina, tra questi: la settimana della lingua e della cultura italiana nel mondo, la settimana della gastronomia, le giornate del design, del cinema, ecc. Il mondo educativo, formativo si regge sui pilastri degli studenti e dei docenti, se si inceppa diventa impossibile integrare nella sua missione anche gli interventi di promozione economica, scientifica e commerciale.

I PROBLEMI DELLA RETE CONSOLARE PER LA PANDEMIA
La pandemia da SARS-COV-2 negli ultimi 18 mesi ha comportato in ambito amministrativo gravi ritardi nella rete diplomatico consolare, causati dalle chiusure temporanee, dal lavoro a distanza, dalle turnazioni, e dal distanziamento sociale. Si tratta di ritardi nell’erogazione di servizi alle Comunità difficilmente colmabili in breve tempo, tant’è che in Germania si registrano appuntamenti per il rilascio dei documenti di identità a 10 mesi di distanza. A questi disagi si aggiunge la sottostaffazione dei funzionari e il disinteresse di alcune loro categorie a svolgere servizi in Europa. Il disagio pandemico ha sorprendentemente rivitalizzato il mondo associativo italiano, gli stessi Com.It.Es. coordinati dal C.G.I.E, sono intervenuti con forte spirito solidaristico per aiutare i connazionali bisognosi offrendo aiuti materiali e sanitari. Durante le fasi acute della pandemia il loro impegno si è esteso anche alla raccolta e alla fornitura di generi alimentari. La collaborazione del CGIE con l’unità di crisi del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale ha agevolato il rientro in aereo, con navi e treni di 120.000 italiani bloccati dalla pandemia in diversi paesi del Mondo.

In rappresentanza della V Commissione tematica il Consigliere Antonio Putrino ha presentato un progetto sulla cybersecurity, proposto anche alle Nazioni Unite e che il CGIE intende promuovere in ambito comunitario.

Nella giornata di sabato 30 ottobre, la Commissione Continentale ha incontrato la comunità italiana locale nel salone della Missione cattolica di lingua italiana, alla presenza di Padre Valerio, dell’ambasciatore d’Italia a Berna, S.E. Silvio Mignano del Console d’Italia a Basilea Pietro Maria Paolucci e di diversi presidenti dei Comites svizzeri e Intercomites. Nel corso dei lavori sono intervenuti anche i coordinatori degli intercomites di Germania e Svizzera, Tommaso Conte e Grazia Tredanari, il senatore Claudio Micheloni e l’onorevole Alessio Tacconi, la consigliere nazionale Ada Marra, il ministro all’economia, all’ambiente e alle politiche sociali del cantone Basilea, Kaspar Sutter e la presidente del Comites di Basilea, che ha coadiuvato i lavori dell’intera riunione.

Basilea, 30 ottobre 2021

La commissione ha approvato i documenti seguenti: