Siamo all’indomani della seconda guerra mondiale: il Belgio disponeva di ingenti risorse minerarie ma non di manodopera sufficiente; l’Italia, al contrario, aveva urgente bisogno di carbone e la disoccupazione e la miseria rendevano insopportabile la vita alla maggior parte della popolazione. Per milioni di italiani la via dell’emigrazione era la sola prospettiva di riscatto possibile.
Fu così che per convincere gli operai italiani a lasciare il proprio paese, apparvero un po’ in tutta Italia allettanti manifesti rosa della Federazione carbonifera belga che presentavano unicamente gli aspetti positivi e vantaggiosi del lavoro: salario medio giornaliero, assegni familiari, ferie, premi di natalità, alloggio, carbone gratuito, ecc. La realtà che i connazionali trovarono al loro arrivo, dopo lo smistamento fra i vari siti minerari, fu molto diversa da quanto auspicato: mancanza di «alloggi convenienti» che, di fatto, ostacolava i ricongiungimenti familiari, condizioni di lavoro durissime e insalubri, una integrazione molto difficoltosa…
Per commemorare il 75° anniversario dell’accordo belga-italiano “uomo per carbone” e la storia dell’immigrazione italiana in Belgio, il Bois du Cazier (Marcinelle) mercoledì 23 giugno evento alla presenza di Paul Magnette, sindaco di Charleroi, Francesco Genuardi, Ambasciatore d’Italia presso il Regno del Belgio, Sergio Aliboni, Presidente dell’associazione dei minatori della vallonia, Elio di Rupo, Ministro Presidente della Vallonia , Sophie Wilmes, Ministro degli Affari Esteri del Governo Belga, David Sassoli, Presidente del Parlamento Europeo.
Eleonora Medda, Consigliere e membro del Comitati di Presidenza del CGIE, e Raffaele Napolitano, Presidente inter-comites Belgio, hanno tenuto un discorso di omaggio ai minatori.