La lingua e la cultura italiana in America Latina

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Signor Sottosegretario agli Esteri, On. Guglielmo Picchi, Ambasciatore Giancarlo Curcio, Direttore Generale Vincenzo de Luca, Ambasciatore Maurizio Serra, Direttore Centrale Roberto Vellano, Ministro Plenipotenziario Marco Ricci, Ispettore Tonino Castrichino, Consiglieri Giuseppe Pastorelli e Roberto Nocella, dott. Alessandro Masi, segretario generale della Dante Alighieri, signori direttori e reggenti degli Istituti Italiani di Cultura, signori dirigenti scolastici, signore e signori tutti…
La problematica della Lingua e Cultura Italiana nel mondo, come non poteva essere diversamente, è sempre al centro delle preoccupazioni e delle delibere del CGIE, sia in sede di Assemblea Plenaria (con la Quarta Commissione tematica, Lingua e Cultura) sia in sede di Assemblea Continentale (in questo caso, con la Commissione Territoriale America Latina).

LE MAGGIORI CRITICITÀ
Il CGIE, quindi, non poteva mancare all’invito di partecipare a questa importante riunione. Lo fa delegando – per soli motivi di vicinanza geografica – la sua rappresentanza in chi vi parla, benché ci siano all’interno del nostro Consiglio persone sicuramente più qualificate in materia.
Di conseguenza, intendo solo offrirvi qualche spunto su quelle che, in opinione del CGIE, sono e le maggiori criticità e le auspicabili soluzioni a tale problematica.
La prima criticità che emerge è determinata dalla particolare storia della nostra emigrazione, del faticoso percorso d’inserimento nei Paesi di accoglienza e, soprattutto, dell’inevitabile processo di progressiva assimilazione locale dei loro discendenti. Sono persone ormai nate in America Latina, cittadini oppure oriundi italiani che siano, per diverse ragioni – certo non ultima la storica mancanza di una politica di Stato per la promozione della lingua – hanno avuto poco o addirittura nessun contatto con la lingua italiana. Dunque, esse dovrebbero essere i destinatari principi di una politica di Stato per l’insegnamento della lingua italiana, onde facilitare la loro conoscenza della Cultura italiana e, in definitiva, la loro reintegrazione nell’identità italiana.

LA SPECIFICITÀ DELL’AMERICA LATINA
In effetti, un approccio al problema dell’adeguata diffusione della lingua e cultura italiana non può non tener conto della specificità delle Comunità italiane dell’America Latina, realtà largamente costituite da persone di più generazioni (seconda, terza, quarta) nate in questo Continente.
Non è nemmeno detto che la maggior parte di loro frequenti la scuola italiana. E, se prende contatto con la lingua italiana, lo fa per lo più in età adulta, tramite corsi “popolari” organizzati soprattutto da associazioni, Istituti Italiani di Cultura o le Dante Alighieri.
Per tale ragione, è ovvio che la promozione della lingua non può essere riservata al solo ambito scolastico. In più, oltre al tradizionale insegnamento della lingua italiana nelle scuole, università, IIC, Comitati Dante Alighieri e Associazioni della Collettività, negli ultimi anni si stanno verificando situazioni in cui singole persone – spesso su iniziativa di esponenti della nuova mobilità – organizzano corsi in forma privata (con le più svariate figure: istituti, centri o addirittura professori indipendenti). E ciò rende necessario puntare sulla formazione di docenti locali.
Per tutto questo, i rapporti con gli Enti Gestori vanno migliorati e messi su un piano di apprezzamento e di maggiore professionalità.

DEFINIRE LE LINEE GUIDA DEGLI INTERVENTI
Una seconda criticità riscontrata è il mancato coinvolgimento delle rappresentanze delle Comunità nelle attività di pianificazione degli interventi di promozione della lingua e della cultura italiane. A questo proposito, riteniamo sia più che desiderabile pensare insieme alla definizione delle linee guida per la promozione della nostra lingua e cultura, pur nel rispetto delle diverse competenze.  In questa direzione, il CGIE è del parere di istituire dei coordinamenti (a livello di Circoscrizione Consolare o di Paese, a seconda della realtà di cui si tratti) tra gli attori impegnati nella diffusione della lingua italiana: insegnanti, scuole, associazioni, università, privati, da cui trarre degli input per elaborare un Piano Annuale di promozione della Lingua nella Circoscrizione.
La terza criticità è quella relativa alla scarsità di risorse finanziarie. Qui si dovrebbe pensare a ottimizzarle evitando, ove possibile, la spesso doppia offerta di prodotto,  ma soprattutto, serve un miglioramento della tempistica dell’erogazione dei fondi e dei contributi agli Enti Gestori, con nuove regole che, nel rispetto delle  reciproche competenze, dovrebbero essere scritte  insieme.
Infine, il CGIE ribadisce con forza che gli Istituti Italiani di Cultura, nell’adempiere alla dovuta promozione della lingua dovrebbero ricordarsi che le nostre Comunità sono potenzialmente il più grande veicolo di promozione esistente.

Gianfranco Bruno Sangalli
Lima 8 Aprile 2019