Un’italiana dal Canada: la nostra vita ai tempi del virus

Vivere in Canada ai tempi del Covid-19 è molto complicato non tanto dal punto di vista dell’isolamento come in Italia ma per la situazione medico sanitario che purtroppo è molto scarsa.

Migliaia di persone non hanno il medico di famiglia e sono in lista d’attesa da oltre due anni. La paura è di non riuscirsi a curare e di non riuscire a vedere un medico nell’immediatezza.

C’è grande preoccupazione per l’assistenza ospedaliera soprattutto per il numero delle terapie intensive che sono pochissime e spesso sono in ospedali a centinaia di chilometri dai piccoli paesi e con la neve e il ghiaccio sono difficili da raggiungere.

 

LA SITUAZIONE NEI TERRITORI
Anche in Canada, quindi in tutte le Province e i Territori hanno chiuso le scuole per almeno tre settimane, mentre la provincia dell’Alberta ha deciso di mantenere le scuole chiuse a tempo indeterminato fino a quando la situazione si stabilizza.
In tutte le Provincie e I territori hanno chiuso tutte le attività extra scolastiche e di intrattenimento, sospeso il campionato di NHL di hockey sul ghiaccio, sospesa anche l’NBA ovvero pallacanestro e tutti gli altri campionati sportivi.
Il Primo Ministro Justin Trudeau, ogni giorno annuncia le nuove misure restrittive del Governo Federale, ovvero decisioni che includono tutte le Provincie ed i Territori.
La nostra vita ai tempi del Coronavirus consiste nel mantenere le distanze di almeno un metro e mezzo, lavarsi le mani spesso, non uscire da casa se non per casi estremamente importanti.

FARE LA SPESA ONLINE
Il Governo ha chiesto ai cittadini di acquistare la spesa online e dove è possibile farsela consegnare oppure ritirarla in appositi spazi dedicati al ritiro della merce acquistata online. In molte Provincie hanno chiuso ristoranti e locali di ritrovo.
L’isolamento per le famiglie è leggermente più semplice in Canada dove la maggior parte delle persone vive in singole ville o villette a schiera, mentre per coloro che vivono nelle grandi città hanno comunque la possibilità di poter uscire per andare ai parchi vicino casa se non sono troppo affollati.
Per cercare di aiutare il campo della ristorazione, il Primo ministro ha chiesto di ordinare al telefono o online e farsi consegnare la cena. In casa nostra abbiamo creato una scheda di cose da fare ogni giorno. Insomma attraverso una precisa programmazione riusciamo a fare ogni giorno qualcosa di diverso. Mio figlio più grande che frequenta l’Università (anche queste tutte chiuse) continua i suoi corsi online e i suoi esami regolarmente e dalla prossima settimana anche le scuole hanno organizzato la piattaforma digitale per continuare le lezioni.

CE LA FAREMO. ANDRÀ TUTTO BENE
Spesso i bambini sono spaventati quando vedono gli scaffali dei supermercati rasi al suolo e senza scorte, ti chiedono se stiamo morendo tutti. E’ un momento difficile per tutti e per ora la cura migliore, spiego sempre ai miei figli, è di rimanere a casa il più possibile, uscire solo per acquistare da mangiare e rispettare gli altri. Qui lo chiamano “Common Sense”, “senso di rispetto comune”.
Le giornate sembrano eterne spesso guardiamo l’orologio e ci chiediamo quando tutto questo finirà. La paura è negli occhi dei grandi e dei bambini. Quando i miei figli mi chiedono: se dovessimo ammalarci come facciamo che qui in Canada non hanno tamponi per tutti, non hanno mascherine, vivremo? La mia risposta è sempre la stessa: C’è la faremo e tutto andrà bene! (askanews)

Mafalda Palomba
Halifax (Nuova Scozia – Canada), Giornalista