PLENARIA I PRIMI DI LUGLIO MA IL CGIE HA PRONTO UN PIANO B

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ROMA\ aise\ – La prossima assemblea plenaria del Consiglio Generale degli Italiani all’estero è già stata convocata per la prima settimana di luglio, ma il segretario generale Michele Schiavone ha pronto un “piano B”: immediatamente dopo le vacanze estive. Lo ha confermato lo stesso Schiavone incontrando i giornalisti a margine del Comitato di Presidenza, riunito oggi alla Farnesina.
La situazione è “difficile” e “imbarazzante”, ha detto il segretario generale, che però tiene duro. “Molto probabilmente” la plenaria sarà a luglio, ha ribadito. “Vedremo se ci sarà rappresentanza governativa o meno, ma il lavoro continua e non possiamo bloccarci”, perché “consultazione, programmazione e verifica sono le prerogative del Cgie” e c’è bisogno di incontrarsi per “approfondire diversi temi”, “verificare dove si è giunti” e “andare avanti”. In sostanza se in plenaria non ci sarà il ministro, ci saranno comunque i “rappresentanti amministrativi con cui il Cgie potrà interloquire”.
Tutta questa incertezza è figlia della crisi politica che l’Italia sta attraversando e rispetto alla quale Schiavone ha voluto rivolgere oggi un messaggio positivo, “tranquillizzante”, alle comunità all’estero, spaesate – come d’altronde gli italiani in patria – di fronte ad una “fase difficile, contraddittoria e di disorientamento”. Quella attuale è una “vacatio legislativa mai verificatasi, ma le nostre istituzioni sono solide”, ha detto Schiavone, e mentre in assenza di un governo “il presidente della Repubblica darà indicazioni per assicurare l’ordinaria amministrazione, i Ministeri continueranno a lavorare”.
Naturalmente, l’ipotesi di anticipazione del ritorno alle urne è stato uno dei temi al centro del dibattito del Comitato di Presidenza, nella consapevolezza del fatto che “tutto il procedimento che si è chiuso il 4 marzo scorso dovrà essere ripreso con immediatezza” ed anzi, ha anticipato Schiavone, “il Ministero degli Affari Esteri ha già avviato le procedure di richiamo per sensibilizzare rete consolare e Ambasciate a rimettere in moto la macchina del voto all’estero”.
Anche il Cgie vuole fare la sua parte e ha avanzato oggi una proposta per garantire l’esercizio del voto ed la sua segretezza. In che modo? Rendendo disponibili i propri consiglieri a rivestire i panni dei rappresentanti di lista, che all’estero non sono previsti, affiancando le Ambasciate nella scelta della tipografia dove far stampare le schede elettorali e i Consolati nel “tracciare”, laddove questo servizio non sia garantito dalle poste del Paese in cui si vota tramite apposito codice a barre, le schede stesse, dal momento in cui vengono inviate agli elettori al loro rientro in Consolato.
Di rete consolare il Comitato di Presidenza ha parlato questa mattina anche con il direttore generale Luca Sabatucci “per capire come saranno distribuiti i funzionari” che la legge di bilancio del 2018 ha previsto – 150 di ruolo e 100 da assumere in loco – per migliorare i servizi consolari. I primi dieci funzionari sono giunti in questi mesi a Londra per via dell’emergenza Brexit e del l’elevato numero di connazionali che, pur risiedendo nel Regno Unito, non sono iscritti all’Aire. Le ragioni principali di questa scelta stanno, come ha spiegato Schiavone, nel duplice rischio della doppia imposizione fiscale e della perdita delle garanzie sui servizi sanitari. Dopo Londra anche Caracas ha potuto usufruire di un aumento di personale, per rispondere alla difficile situazione politica, economica e sociale in cui versa il Venezuela. E mentre anche il servizio on line di Fast-it inizia a prendere piede e si dimostra “efficiente”: il Cgie ha chiesto di rispettare il principio di “equilibrio” nella futura distribuzione dei funzionari all’estero.
Con il direttore generale Luigi Vignali si è parlato invece dello stato di avanzamento della convenzione tra Maeci e patronati, per la quale, ha osservato Schiavone, “si attende il nuovo governo”. Per il Cgie il testo originario necessiterebbe comunque degli “aggiustamenti”.
Quanto alle bozze di articolato di riforma dei Comites e del Cgie, si è scelto di non aspettare: mancando un ministro e un governo con cui interloquire e per evitare che tutto “vada a finire nel dimenticatoio”, il Cgie ha deciso di inviare i due testi al presidente della Repubblica Mattarella, perchè nella prossima legislatura solleciti una decisione. Certo, ha aggiunto Schiavone, “appena si insedierà il nuovo ministro, sarà lui il nostro interlocutore” e a lui spetterà il compito di presentare le bozze al tavolo del Consiglio dei Ministri.
Ieri il Comitato di Presidenza ha partecipato al convegno su turismo di ritorno che si è tenuto alla Farnesina. “Il tema sarà ripreso quando promuoveremo l’assemblea plenaria della conferenza Stato-regioni-province autonome-Cgie”, che, ha rammentato Schiavone, “dovrebbe riunirsi ogni tre anni”, ma da tanto attende la convocazione. I lavori preparatori proseguono grazie anche all’iniziativa del Gruppo di Lavoro Donne del Cgie, che già ha organizzato un seminario in occasione della scorsa plenaria del Cgie, e nell’ambito delle Nuove Mobilità per le quali è previsto a breve un seminario a Palermo, al quale parteciperanno anche i rappresentanti degli enti locali. L’obiettivo è quello di convocare la Conferenza Stato-regioni-province autonome-Cgie entro il 2019.
Il Cgie ha invocato oggi anche un nuovo rapporto con il Ministero del Lavoro “per rilanciare l’esigenza di preparare alla partenza i nuovi soggetti che si trasferiscono all’estero – e il loro numero aumenta – così da consentire una migliore integrazione nel paese di approdo”, ma anche offrendo loro un’occasione di rientro in Italia una volta acquisito know how all’estero.
Un’altra questione su cui rilanciare la discussione è per il Cgie quello della cittadinanza, sia in ambito europeo, dando agli organismi di rappresentanza di ogni Paese la possibilità di interloquire tra loro, sia a livello nazionale, per garantire ai tanti italiani che l’hanno persa il diritto di richiedere facilmente la cittadinanza. No dunque alla “mercificazione” dei diritti e sì alla “semplificazione”.
Con il Ministero il Cgie si è confrontato questa mattina anche sulla “esigenza di accelerare i tempi di erogazione dei contributi agli enti che lavorano per la promozione della lingua e della cultura italiana all’estero”, forte della volontà espressa ieri dalla Direzione Generale di “aumentare il numero dei frequentanti dei corsi di italiano tanto nelle scuole quanto nelle università”. Senza dimenticare il ruolo degli Istituti Italiani di Cultura.
Infine, con una punta di amarezza, Michele Schiavone ha riferito ai giornalisti che il Cgie aveva chiesto un incontro con i parlamentari eletti all’estero “per discutere della situazione attuale” e chiedere loro di farsi portavoce delle politiche per gli italiani all’estero. Ma si sono presentati in pochi: “c’erano solo Ungaro, Schirò, Garavini, Fantetti, Billi e Siragusa”, ha riferito Schiavone prima di salutare e tornare in riunione. (raffaella aronica\aise)